“Erano gli ultimi giorni di novembre dell’anno 1890 quando avvenne questo scambio di battute. Londra era nella morsa di un freddo impietoso…”.
Con un incipit del genere, è proprio il momento giusto per iniziare a leggere “La casa della seta” di Anthony Horowitz (ed. Mondadori). “Il nuovo romanzo di Sherlock Holmes”, come compare scritto bello grande in copertina. Si tratta, infatti, dell’unico romanzo autorizzato (e addirittura commissionato) dalla “Artur Conan Doyle Estate”, la fondazione che ha ereditato i diritti del padre del famoso investigatore e del fido Watson. Le opere uscite direttamente dalla sua penna, infatti, si riducono a 4 romanzi e 56 racconti. Che io – ovviamente – ho letto tutti, e già da un po’ faticavo a resistere alla tentazione di tuffarmi nel sequel ufficiale.
L’inizio è dei più classici. Al 221B di Baker Street il fuoco arde nel caminetto e Sherlock Holmes sta bevendo il tè insieme al dottor Watson quando un uomo vestito con grande eleganza si presenta inaspettatamente, in preda a una grande agitazione. È Edmund Carstairs, un giovane mercante d’arte che si rivolge a Holmes in cerca d’aiuto. Cosa succede dopo? Tra sabato e domenica lo scoprirò di certo.