“Da potenze benigne”
Non trovo parole più belle per l’inizio del nuovo anno di quelle della poesia “Da potenze benigne”, che il teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer scrisse alla vigilia del suo martirio. Da meditare, in questo 2009, anche le parole da lui dedicate al significato del tempo: «Perduto sarebbe il tempo, nel quale noi non fossimo vissuti come uomini; nel quale noi non avessimo fatto esperienze, non avessimo appreso, creato, goduto e sofferto. Perduto è il tempo non vissuto, vuoto». È questo anche il mio augurio per tutti coloro che passano da qui…
Circondato fedelmente
e tacitamente da benigne potenze,
meravigliosamente protetto e consolato,
voglio questo giorno vivere con voi,
e con voi entrare in un nuovo anno;
il vecchio ancora vuole tormentare
i nostri cuori,
ancora ci opprime il grave peso
di brutti giorni.
Oh, Signore, dona alle nostre anime
impaurite
la salvezza per la quale ci hai creato.
E tu ci porgi il duro calice, l’amaro calice
della sofferenza, ripieno fino all’orlo,
e così lo prendiamo, senza tremare,
dalla tua buona, amata mano.
E tuttavia ancora ci vuoi donare gioia,
per questo mondo e per lo splendore
del suo sole,
e noi vogliamo allora ricordare il passato
e così appartiene a te la nostra intera vita.
Fa’ ardere oggi le calde e chiare candele,
che hai portato nella nostra oscurità;
riconducici, se è possibile, ancora insieme.
Noi lo sappiamo:
la tua luce risplende nella notte.
Quando il silenzio profondo scende
intorno a noi,
facci udire quel suono pieno
del mondo, che invisibile s’estende
intorno a noi,
l’alto canto di lode di tutti i tuoi figli.
Da potenze benigne prodigiosamente protetti,
attendiamo consolati quello che accadrà.
Dio ci è al fianco alla sera e al mattino,
e senza dubbio, in ogni giorno che verrà.